L’EDUCAZIONE DEL CUCCIOLO IN 9 LEZIONI

A cura di Gianlorenzo Fanti, Educatore Cinofilo,
con la collaborazione della D.ssa Stefania Meschini

 

INTRODUZIONE
Educare il tuo cucciolo non è un dovere ma un piacere che ti aiuterà a capire il suo carattere e a formare con lui una prima relazione all’interno della famiglia.
L’EDUCAZIONE è la sola garanzia di una convivenza armoniosa tra il cane e il tuo ambiente, ma anche della sua integrazione nella società. E’ importante iniziare l’educazione del cucciolo al più presto, quando è più ricettivo e la sua capacità di apprendimento è migliore. E’ necessario però sapere che un cucciolo non può essere adottato prima del sessantesimo (60°) giorno di vita, poichè il suo sviluppo, mentale, comportamentale e fisico, dipende in larga parte dagli insegnamenti della madre, dal rapporto con i fratelli e dagli insegnamenti dell’allevatore.

Nel periodo neonatale, che va dalla 1° alla 2° settimana di vita, il cucciolo ha bisogno di particolari attenzioni: il cane nasce cieco e sordo ma dotato di riflessi termotattili ed olfattivi che permettono di trovare le mammelle della madre; cerca sempre il contatto con gli altri cuccioli e con la mamma per provare a scaldarsi perchè non è ancora capace di trattenere il calore (termoregolazione). Appena nato, inoltre, il cucciolo si muove strisciando e facendo leva sulle zampe anteriori, non essendo ancora in grado di mantenersi in equilibrio. Infine, in questa fase il cucciolo trascorre circa il 90% del tempo dormendo e il sonno è profondo.

Nel periodo di transizionecorrispondente alla 3° settimana di vita, il cucciolo inizia ad aprire le palpebre e, solo in un secondo momento, avviene l’apertura del condotto uditivo; tuttavia l’intero processo di maturazione terminerà intorno al secondo mese di vita. Il cucciolo dorme e sogna di meno rispetto a prima, sa muovere la coda, ringhiare ed abbaiare; inizia inoltre ad essere autonomo: è in grado di leccare, masticare e a mantenere il calore corporeo.

Il periodo della socializzaizoneche va dalla 4° alla 12° settimana di vita, è estremamente complicato perchè il sistema nervoso del cucciolo, fortemente ricettivo, può essere influenzato in maniera indelebile dagli stimoli esterni. In questa fase, inoltre, i comportamenti istintivi vengono sostituiti dall’elaborazione delle esperienze vissute fino a quel momento. E’ proprio a partire dalla 4° settimana di vita che la mamma inizia ad educare i suoi cuccioli, insegnando loro come rapportarsi agli altri e correggendo i comportamenti aggressivi o comunque sbagliati.
Un’altra tappa fondamentale per la costruzione della personalità futura del cucciolo comincia verso la 6° settimana di vita, quando inizia il processo di imitazione dei comportamenti della mamma e dei fratelli.  E, finalmente, dal 60° giorno di vita in poi il cucciolo è pronto per essere adottato dalla sua nuova famiglia.  La fase conoscitiva dell’ambiente esterno e formativa della sua personalità continua ancora per alcune settimane (Circa fino alla 16° settimana di vita). In questo periodo riesce a memorizzare ogni tipo di esperienza e la relativa sensazione, piacevole o spiacevole, ponendo così le basi per i comportamenti futuri.

COMUNICARE CON IL CUCCIOLO
Nella comunicazione tra uomo e cane, come nella comunicazione tra uomini, un messaggio viene espresso a 3 livelli:

  • VERBALE
  • PARAVERBALE, attraverso il tono e il ritmo della voce
  • NON VERBALE (PROSSEMICO), attraverso la postura, i gesti, la mimica..

Il cucciolo elabora la comunicazione verbale e paraverbale del suo “padrone” per intuire il senso del messaggio espresso attraverso le parole. E’ quindi molto importante, soprattutto quando è ancora piccolo, fare molta attenzione alla coerenza tra i vari livelli di comunicazione, interpretando i messaggi con un’enfasi quasi teatrale, in modo che sia estremamente chiara l’associazione tra quello che si comunica e la sensazione positiva o negativa che si vuole evocare in lui. Per questo è necessario non ridere quando manifesta un comportamento non corretto, altrimenti non capirà se sta facendo una cosa giusta o sbagliata. Il cucciolo interpreta come segnali positivi la posizione accucciata del padrone quando si rivolge a lui, il suo sorriso e il tono dolce della voce.

 

LA RICOMPENSA. La ricompensa non deve essere un vizio ma un chiaro segnale di approvazione in seguito a qualche cosa che è stata fatta in modo corretto. Ricevuto il premio, sotto forma di cibo (ricompensa alimentare) o coccole e congratulazioni vocali (ricompensa sociale), il cucciolo avrà un ricordo positivo di quell’esperienza e tenderà a ripeterla in futuro. Inizialmente è importante premiare il cucciolo ogni volta che fa una cosa desiderata. Se necessario, all’inizio di ogni esercizio, puoi premiare anche solo l’intenzione, cosi da stimolarlo e far sì che continui ad impegnarsi, senza mandarlo in frustrazione nel caso in cui non riesca da subito a completarlo. Successivamente, invece, quando questo sarà un atteggiamento appreso, basterà confermare saltuariamente il premio. La ricompensa è sempre più efficace della punizione, anche perchè il cane non è in grado di capire il motivo per il quale è stato punito, quindi evitate di farlo. Bisogna però evitare di utilizzare i premi per tranquillizzare il cucciolo in situazioni particolari (es. amici in casa), o coccolarlo in maniera eccessiva quando è agitato, poiché capirà che per essere consolato deve comportarsi in quel modo, e si otterrà dunque l’effetto contrario.

 

IL GIOCO. Il cucciolo ama giocare. Bisogna sempre cogliere questa occasione per educarlo senza costrizioni o attraverso dei brevi esercizi che eseguirà con piacere. Ricordati di non lasciargli sempre dei giochi a disposizione e di rimuoverli ogni volta che tale fase è terminata, altrimenti penserà che la casa è un parco giochi e che si può giocare in ogni momento della giornata. Fai attenzione che non siano tossici (la maggior parte sono fatti in plastica e se vengo utilizzati in maniera non idonea possono essere masticati, rosicchiati e rotti rischiando che micro e/o macroparti vengano ingerite) e che siano adatti alla taglia del tuo cucciolo (una pallina piccola potrebbe essere ingoiata da un cucciolo di grossa taglia). Gioca con lui al lancio e riporto di oggetti: quando riporta la pallina è opportuno premiarlo con una ricompensa e aspettare che sia lui a lasciare spontaneamente il gioco al tuo “lascia”, mai sottrarre gli oggetti dalla bocca altrimenti si rischierà di alimentare la possessività verso gli oggetti e crescendo potrebbe avere difficoltà nella gestione delle risorse. Altro dettaglio molto utile è far capire al cucciolo che i giochi non sono né nostri né suoi e quindi è opportuno condividerli. Fagli fare piccoli salti o corse, ma se si eccita troppo ferma il gioco, potrebbe non essere più in grado di controllarsi. Non permettere in nessuna occasione al cucciolo di “mordicchiarti” le mani e se dovesse farlo interrompi immediatamente il gioco ed ignoralo.

 

IL BAGNETTO. Il cane deve essere abituato fin da piccolo al bagnetto, in modo tale che questo diventi un evento gradito e senza traumi. Puoi farlo direttamente nella tua vasca da bagno, a partire dai 4-5 mesi di vita, e puoi ripeterlo con la frequenza che ritieni necessaria ma si consiglia non più spesso di 1 volta al mese, salvo prescrizioni mediche specifiche. Almeno per le prime volte è necessaria la presenza di due persone: una si occuperà di mettere il cucciolo nella vasca, di accarezzarlo e tranquillizzarlo; l’altra aprirà il miscelatore dell’acqua calda, almeno 38°C, e la farà scendere sul fondo della vasca finchè non avrà raggiunto le zampette. Per evitare che scivoli posizionare sul fondo il tappetino gommato. Dopo pochi minuti può iniziare il bagnetto vero e proprio: presta attenzione che l’acqua non entri nelle orecchie e applica lo shampoo frizionando con le dita in modo uniforme su tutto il corpo dopo avere accuratamente bagnato il pelo con le mani. Questa operazione può essere ripetuta due volte prima di risciacquare il cucciolo sempre a mano e non con il miscelatore per poi avvolgerlo in un asciugamani. Alla fine utilizza un asciugacapelli tenendolo distante e senza puntarlo direttamente verso il piccolo. Perché il cucciolo abbia un ricordo piacevole di questa esperienza e non opponga resistenza, le volte successive, si consiglia di essere delicati e di non impaurirlo. Non dimenticare infine di ricompensarlo se è stato tranquillo.

 

IN AUTOMOBILE. Il cane si deve abituare fin da piccolo agli spostamenti, per questo motivo è utile fare brevi viaggi, tutti i giorni, per favorire l’apprendimento. Ricordati di guidare con molta dolcezza, evitando frenate ed accelerazioni brusche. Anche se avresti voglia di tenerlo accanto a te per rassicurarlo, è necessario, per la sua sicurezza, abituarlo a stare sul sedile posteriore, sempre all’interno del suo trasportino, che lo proteggerà in caso di incidente. Ti ricordiamo che secondo la normativa vigente in Europa è obbligatorio l’utilizzo di una rete separatrice o di una cintura di sicurezza. È bene inoltre che, almeno durante i primi viaggi, il cucciolo resti a digiuno dal cibo solido per almeno 2-3 ore prima di salire in automobile, altrimenti, se non si vuole far fare il viaggio a stomaco vuoto, somministrare giusto qualche bocconcino circa un’ora prima della partenza. Se rimane tranquillo non dimenticarti della ricompensa e…BUON VIAGGIO!
Se il cucciolo presenta ripetutamente i sintomi di mal d’auto è necessario chiedere consiglio al Medico Veterinario, altrimenti potrebbe associare all’automobile un’esperienza negativa. In commercio si trovano dei collarini con effetto rilassante che emettono feromoni, sostanze naturali che prevengono e controllano lo stress e in situazioni come queste potrebbero essere utili.

 

-Siamo arrivati alle 9 LEZIONI-

1.  INSEGNAGLI IL SUO NOME


E’ meglio non gridare, perchè il suo udito è molto fine: pronuncia il suo nome molto lentamente e chiaramente per attirare la sua attenzione e associato sempre ad ogni indicazione che gli viene data; la prima cosa che un cucciolo deve imparare è il suo nome: più sarà corto più facilmente lo memorizzerà; per gli epiteti (“piccolo”, “amore”, “tesoro”, e così via) ci sarà tempo, finiresti soltanto per confondergli le idee. Fin dai primi giorni chiama il tuo cucciolo sempre con lo stesso nome. Fai precedere il suo nome da un momento piacevole per incoraggiarlo a seguire gli ordini. Quando risponde ricompensalo con una carezza. Se è un pò titubante non sgridarlo, potrebbe esserlo ancora di più la volta seguente.

2. NO!


Stai attento alla coerenza delle indicazioni che gli darai: quello che proibisci oggi non può essere tollerato domani, ne’ da te ne’ da altri membri del tuo ambiente. Dal suo arrivo però è essenziale non abituarsi a dirgli la parola “NO”. Il “NO” sarà associato solo ai divieti importanti. Deve essere categorico e pronunciato con voce ferma e senza equivoci, ma solo quando vedi il cucciolo commettere qualcosa di pericoloso per lui e per gli altri. Con questa semplice accortezza capirà più rapidamente il significato del “NO” e adatterà il suo comportamento alla semplice intonazione della tua voce. Gli ultimi studi etologici sui cani che si basano sul modello cognitivo-relazionale hanno dimostrato che imparano di più e meglio con il metodo incentivante/premiante, quindi soffermatevi a premiare e incentivare il cucciolo quando si comporta in modo corretto, evitando il metodo punitivo che consiste nel correggere gli errori. È stato dimostrato che la punizione porta a risposte emotive negative come la paura e l’ansia inficiando sull’apprendimento e sulle prestazioni. Quindi un “bravo” e una carezza al momento giusto è molto più efficace di un “NO” nel momento sbagliato.

3. I SUOI BISOGNI


Se durante la tua assenza il cucciolo ha sporcato in casa, non sgridarlo! Il rimprovero è efficace solo se lo cogli sul fatto; può capitare che un cucciolo che arrivi in una nuova casa può sporcare un pò ovunque. Portalo fuori spesso, all’inizio ogni 2 ore durante la giornata, se possibile (uscite meno frequenti rallentano il suo apprendimento). Fallo uscire sempre dopo ogni pasto e bevuta, ogni risveglio e dopo i momenti di gioco. Lodalo, con la voce, con carezze e premi se urina e defeca nel posto idoneo. Un cane ha bisogno di “essere portato fuori” anche se vive in giardino, in cortile. Se in casa gira in tondo vuol dire che si sta preparando a fare i suoi bisogni ed è ormai tardi per portarlo fuori. Appena finisce di sporcare non arrabbiatevi, tanto non capirebbe. Spostate il cucciolo in un’altra stanza e provvedete a pulire con acqua e bicarbonato per poi dare un’ultima passata con uno straccio imbevuto con acqua e aceto bianco o di mele.

Si consiglia di farlo uscire:

  •  almeno 6 volte al giorno se cucciolo
  • almeno 3-4 volte al giorno se giovane (8-24 mesi)
  • almeno 3 volte al giorno se adulto (oltre 2 anni) per almeno 1 ora in totale

Il fine settimana aumenta questi tempi dedicandogli almeno un paio di ore.

4. SEDUTO…    A TERRA…    STAI…


E’ importante rispettare la cronologia indicata per l’apprendimento di queste 3 indicazioni base e assicurarsi che una posizione sia ben acquisita prima di passare a quella successiva.

SEDUTO: Tra le indicazioni di posizione è generalmente quella più facile da insegnare, che è in grado di comprendere già a circa 3 mesi. Mettiti di fronte al tuo amico a quattro zampe e tieni in mano un bocconcino. Porta la mano con il premio davanti al muso del cucciolo e fai in modo che possa seguirla con naso e occhi fino alla fine dell’esercizio. Inizia delicatamente a sollevarla facendo in modo che possa ruotare la testa verso l’alto e muovila leggermente, come se andassi dietro la sua testa in direzione della coda e aspetta che fletta gli arti posteriori. Quando il cane sarà nella posizione desiderata puoi premiarlo e contemporaneamente dirgli bravo dandogli una carezza. Dopo un po’ di pratica vedrai che capirà e si siederà facilmente. A questo punto puoi iniziare a proporre l’indicazione “seduto”, cosi che possa associare l’indicazione verbale alla posizione da assumere. Nel caso in cui dovesse iniziare a saltare non ti preoccupare, aspetta che si calmi e torna a riproporre l’esercizio. Ricordati di premiarlo solo se si mette seduto; una volta che lo avrà imparato potrai proporglielo anche dando come premio un gioco.

A TERRA: L’insegnamento della posizione “terra” è importante, può essere un esercizio particolarmente utile a livello psicologico perché serve a far calmare l’animale attraverso una posizione che lo porti a distendere i muscoli del corpo e quindi a rilassarsi. Per iniziare potete partire dalla posizione di seduto. Tenendo il bocconcino di fronte al naso inizia a spostare la mano verso il basso, perpendicolarmente al pavimento, fino a raggiungere le zampe anteriori e resta in questa posizione finchè non si sdraia completamente a terra. Non appena termina il movimento desiderato sii pronto a premiarlo, a dirgli bravo e dargli una carezza. Per i cuccioli di taglia grande, una volta scesi con il bocconcino a terra, potrebbe essere consigliato di allontanare lentamente la mano in direzione opposta al cucciolo in modo da far si che una volta abbassata la testa possa far scorrere le zampette in avanti assumendo la posizione corretta. Anche in questo caso, se dovesse alzarsi non ti preoccupare e riparti dalla posizione di seduto.

STAI: fai posizionare il cane di fronte a te invitandolo a mettersi “seduto” o a “terra”. In una mano, che posizionerai all’altezza del tuo ombelico, terrai un bocconcino mentre l’altra tienila aperta e in posizione verticale verso il suo muso. Pronuncia l’indicazione “resta” con un tono dolce ma deciso e fai un passo indietro, senza dimenticare di mantenere il contatto visivo. Aspetta un secondo, se rimane fermo dai nuovamente l’indicazione “resta” e torna da lui senza farlo muovere dalla posizione, abbassa la mano che hai tenuto aperta e con l’altra proponigli il premio, digli bravo e dagli un carezza. Via via puoi aumentare gradualmente il tempo di attesa e la distanza tra la tua mano e lui. Fagli capire che rimanendo calmo e tranquillo riceverà sempre una ricompensa.

Ripeti gli esercizi per quattro-cinque volte ogni giorno per rinforzare il comportamento, fino a che non avrà appreso appieno ciò che gli hai insegnato.

5. CAMMINARE AL GUINZAGLIO


Il cucciolo non dovrà imparare ad andare al guinzaglio nei primi mesi di vita, ci sarà tempo. La cosa più importante che dovrai impegnarti a fare è quella di fargli svolgere un’attività olfattiva all’aperto favorendo il comportamento perlustrativo ed esplorativo. Una volta che entrerà a far parte della tua famiglia dovrai dargli la possibilità di imparare a conosce il mondo per quello che è realmente e non per come lo vedi tu, perchè lui appartiene ad una specie diversa dalla tua. Il cucciolo impara meglio a camminare al guinzaglio se comincia a farlo dentro casa. Abitualo a portare il collare e il guinzaglio o la pettorina quando siete assieme, più volte al giorno e sempre per brevi periodi, se imparerà a farlo tra le mura domestiche poi sarà più facile che li tolleri anche in passeggiata. Tieni sempre il guinzaglio in maniera morbida e non pretendere che stia sempre al tuo fianco perchè la passeggiata deve essere uno svago per te ma anche per lui, dagli quindi la possibilità di muoversi liberamente, ma in sicurezza, facendolo annusare e per quanto possibile
assecondando le sue richieste. Il guinzaglio è uno strumento salva vita che però limita i movimenti, quindi la lunghezza consigliata è di 2-2,5 metri in modo che sia lento e lungo per poi essere accorciato all’occorrenza. Ricordiamo però che per legge il cane deve essere condotto in contesti urbani con un guinzaglio non più lungo di 1,5 metri, quindi.. buon senso! Non colpire mai il tuo cucciolo col guinzaglio: fanne un simbolo di passeggiata e di gioia, non di punizione.
6. IL RICHIAMO

Se il tuo cucciolo non risponde all’indicazione “vieni”, allontanati in senso opposto o nasconditi: per paura di stare da solo ti raggiungerà molto
velocemente! Più che un comando, il richiamo è un invito a raggiungerti e ricevere coccole o ricompense: il richiamo deve essere legato ad un gesto positivo, ma esige da parte tua molta coerenza. Comincia associando al richiamo la distribuzione del pasto: mentre lo prepari un membro della famiglia può tenere il cucciolo a distanza. Ora chiamalo per nome seguito da “vieni”. Poco a poco, a forza di carezze, complimenti e stimoli positivi, il cucciolo assimilerà che all’indicazione “vieni” deve immediatamente venire verso di te.
Non sgridare il cane se non arriva subito al richiamo: mostrarsi aggressivi non è certamente un incentivo all’interazione. Non richiamare il cane solo per riportarlo da te o per riportarlo a casa: cerca di giocare, premiandolo, altrimenti, potrebbe associare i tuoi ordini alla fine del suo momento di svago

preferito. Se fa finta di non ascoltare, non inseguirlo e non rincorrerlo: potrebbe percepire quest’azione come una minaccia, oppure come un divertente gioco, specie se cucciolo, quindi resta calmo e trova il modo per essere attraente ai suoi occhi.

7. RESTARE SOLO


Per quanto possibile non abituare il cucciolo alla solitudine prima di 4-5 mesi di vita: rischierebbe di generare delle vere e proprie crisi d’ansia nel tuo giovane amico. La solitudine è una realtà che il tuo cucciolo conoscerà occasionalmente o regolarmente: in entrambe i casi va preparato. Approfitta dei suoi momenti di stanchezza per abituarlo a stare solo. Nei primi tempi assentati brevemente, qualche minuto. Fai ritorno quando è calmo e fagli i complimenti, senza esagerare. Progressivamente potrai allungare la durata delle tue assenze in modo che diventino una pratica naturale che non richieda né rituali di addio, né i ricongiungimenti esuberanti. Il cane è un’animale sociale che ama vivere in compagnia quindi fai in modo che associ il momento della solitudine ad una situazione di calma e riposo e non di stress.

8. I PASTI


Dolciumi o avanzi dalla tavola rompono l’equilibrio nutrizionale
dell’alimento completo che dai al tuo cucciolo, nuocciono alla sua salute e favoriscono il sovrappeso. I pasti fanno parte di un codice di buona condotta il cui rispetto eviterà molti comportamenti sbagliati e indesiderabili. Prendi un buon ritmo: fino a 6/7 mesi di vita dividi il pasto in 3 razioni al giorno, poi passa a 2. Presenta i pasti ad orari fissi, meglio la mattina e la sera, sempre nella stessa ciotola e nello stesso punto, possibilmente lontano dal luogo dove
dorme. Non dimenticare mai di mettere a sua disposizione una ciotola con acqua fresca. Scegli un luogo dove fargli consumare il pasto piuttosto appartato e che non sia di rilevanza nella vita sociale della famiglia. Fai in modo che il cucciolo assista al tuo pasto senza abbaiare ed elemosinare insistentemente il cibo. Deve abituarsi ad attendere il suo turno per mangiare.

Prepara la ciotola ed allontanati dopo avergliela proposta, non rimanere a fissarlo mentre mangia, fingiti piuttosto impegnato in altre attività. Lascia che la ciotola sia a sua completa disposizione e attendi per circa 10-15 minuti, se non mangia o non finisce rimuovi ugualmente la ciotola riproponendo di nuovo il cibo al pasto successivo, il digiuno lo farà arrivare affamato e si appresterà a mangiare con gusto non appena possibile.

9. LA MUSERUOLA


Il consiglio più sensato è quello di abituare sempre il cane, possibilmente da cucciolo, ad indossare la museruola con disinvoltura. In alcuni luoghi pubblici o mezzi di trasporto potrebbe essere obbligatoria o potrebbe esserne fatta richiesta, ma estremamente importante potrebbe essere l’utilizzo dal veterinario. Se il medico del tuo cane avrà la tranquillità di manipolarlo e visitarlo avendo la sicurezza di non prendersi un morso, riuscirà a fare il suo lavoro al meglio e chi ne gioverà sarà proprio il tuo amico a 4 zampe. Quindi, se non serve…meglio! Ma se dovesse servire non dovrai impegnarti in furiose lotte per infilargliela. Si può cominciare abituandolo a mangiare il suo pasto dentro un vasetto grande di yogurt o un altro oggetto similare che abbia la forma di un tronco di cono e che gli “intrappoli” un po’ il muso mentre mangia. In seguito entrerà in gioco la museruola vera e propria, che gli verrà sempre presentata come un “contenitore di cose buone”: posiamola per terra o poggiamola sulla nostra mano, altrimenti cadrebbe ciò che ci infiliamo dentro, dopo averci messo del cibo. Per le prime volte lasciamo che il cane finisca di mangiare e poi passiamo ad altro; le volte successive, mentre lui è impegnato a mangiare, fisseremo la museruola e gliela lasceremo su per qualche istante anche dopo che non conterrà più nulla. In seguito potremo allungare i tempi, ottenendo che il cane la tenga anche per periodi abbastanza lunghi senza
protestare. Ricordiamoci però di ripetere ogni tanto il gioco di “mangiarci dentro”, altrimenti finirà per diventargli antipatica, e di premiarlo tutte le volte che termina il gioco.
Rivolgersi ad un Educatore Cinofilo, in accordo con il Medico Veterinario,
è utile nella scelta del cane più adatto, sia in termini di razza sia di specifico individuo. Se la scelta viene fatta in autonomia, invece, è utile contattarlo
quando il cucciolo arriva a casa, così da dare inizio correttamente alla vita insieme. È comunque utile confrontarsi con l’Educatore in qualsiasi momento

della vita del cane: aiuta a capire l’animale, coadiuva nel suo inserimento in famiglia, e dà consigli utili per la sua gestione pratica. Ovviamente, rivolgersi all’esperto è opportuno, per non dire fondamentale, quando si hanno problemi di comportamento del cane e se si è fortunati è anche possibile che la difficoltà si trasformi in un’opportunità.

PET e COVID19

Clinica Veterinaria Guidonia

A cura della Dott.ssa Stefania Meschini

 

In questo periodo, in seguito al DPCM, siamo invitati a rimanere in casa per ridurre al minimo la diffusione del covid19; ovviamente ci sono motivazioni più che valide che permettono ad ogni cittadino di lasciare le proprie case, e una di queste è la comprovata necessità per motivi di salute, anche dei nostri animaletti. Molti di noi quindi ci ritroviamo a stretto contatto e per molto tempo con i nostri amici pelosi e non, ad osservarli, ma non sempre tutto ciò che si nota ha carattere di urgenza. Le strutture veterinarie più grandi o che comunque sono state in grado di organizzare spazi e tempi per limitare al minimo la possibilità di contatto fisico e quindi di trasmissione dell’infezione, sono rimaste aperte per garantire le cure dei loro pazienti, anche se capita a volte di poter risolvere telefonicamente dilemmi, dubbi e problemini.

 

In linea generale chi ha un cane ma non un giardino può portarlo fuori, purchè per breve tempo e a stretto raggio dall’abitazione; nonostante questo piccolo svago i nostri fidi amici potrebbero provare noia, ed è per questo che dobbiamo tenerli impegnati. Non commettiamo però l’errore di dare troppe attenzioni ed organizzare solo giochi che prevedano la stretta interazione con noi…perché questo periodo, si spera, finirà e noi tutti torneremo alla nostra vita impegnata che probabilmente ci vedrà fuori casa. Per questo i nostri cagnoni potrebbe soffrire di questa sottrazione di attenzioni e mostrare i sintomi della “crisi d’abbandono”: distruzione di oggetti, latrati, abbaio continuo, bisognini fatti in giro per casa… Cerchiamo quindi di tenerli impegnati anche con giochi di attivazione mentale, come del resto succedeva già nel periodo pre-pandemia, dove li vedono protagonisti, magari alla ricerca di bocconcini. A questo proposito attenzione a non esagerare con il cibo; le solite razioni, quelle corrette, erano in grado di coprire fabbisogni energetici maggiori, che ora non sono richiesti per la vita un po’ più sedentaria che siamo obbligati a tenere. Quindi teniamo sottocontrollo l loro peso forma: osservandoli dall’alto e verificando che sia ancora visibile il “punto vita” possiamo valutare il cosiddetto body condition score. Qualora non sia più riconoscibile significa che stiamo esagerando con il cibo o con i premietti. A proposito di questi ultimi, ne esistono alcuni a calorie zero, utilizzati per l’educazione del cucciolo e non; per questo motivo possiamo darne qualcuno in più come appagamento in questo momento difficile anche per loro, senza il rischio di farli ingrassare. Molti proprietari ci chiamano anche per le unghie troppo lunghe, vista la possibilità di consumo ridotta; nel limite questa non è una urgenza, ma una evenienza risolvibile con un semplice taglia-unghie o con una limetta per unghie, più semplice da usare per evitare errori.

 

Quale periodo migliore, inoltre, per impegnarsi nelle pratiche dell’educazione dei nostri amici più indisciplinati; sarà un’occasione per porre rimedio agli errori commessi per il poco tempo disponibile. A proposito di questa convivenza a stretto contatto è doveroso da parte di noi medici veterinari ricordare che i nostri amici animali domestici non trasmettono il coronavirus, che riconosce, invece, nel contagio interumano la via principale di trasmissione. Tuttavia, poiché la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili al covid19 è importante proteggere gli animali di pazienti affetti da COVID-19, limitando la loro esposizione. Nel sito ufficiale dell’ISS è infatti sottolineato che a fronte di 800 mila casi confermati nel mondo di COVID-19 nell’uomo, sono solamente 4 i casi documentati di positività da SARS-CoV-2 negli animali da compagnia: due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio. In tutti i casi, all’origine dell’infezione negli animali vi sarebbe la malattia dei loro proprietari, tutti affetti da COVID-19. La raccomandazione generale quindi è quella di adottare comportamenti utili a ridurre quanto più possibile l’esposizione degli animali al contagio, evitando, ad esempio, i contatti ravvicinati con il paziente, così come si richiede agli altri membri del nucleo familiare. Gli organismi internazionali che si sono occupati dell’argomento raccomandano di mantenere le misure igieniche di base che andrebbero sempre tenute, come il lavaggio delle mani prima e dopo essere stati a contatto con gli animali, con la lettiera o la scodella del cibo.

 

A margine di tutto ciò occorre sottolineare che gli animali domestici contribuiscono alla nostra gioia e al nostro benessere, soprattutto in periodi di stress come quelli che stiamo vivendo. In assenza di sintomi riferibili a COVID-19 e se non si è in isolamento domiciliare, passare del tempo con il proprio animale domestico e accompagnare il proprio cane nell’uscita quotidiana (nel rispetto della normativa) contribuisce a mantenere in salute noi stessi e i nostri amici animali

.

 

Il Duprasi o Gerbillo dalla Coda Grassa

Clinica Veterinaria Guidonia

A cura di Francesca Di Giulio

 

Il duprasi è un piccolo roditore originario dell’Africa settentrionale. A causa della particolare conformazione della sua coda, è conosciuto anche con il nome di “gerbillo dalla coda grassa” e persino il suo nome scientifico (Pachyuromys duprasi, che significa letteralmente “topo dalla coda grassa”) richiama questa caratteristica. Se abituato all’uomo, è un animale docile e tranquillo, scarsamente mordace e di facile gestione, che può rivelarsi un simpatico amico per chi cerca un animale da compagnia.

 

Habitat naturale

L’ambiente naturale dei duprasi è rappresentato dalle aree desertiche e rocciose nord sahariane, dove scavano gallerie e costruiscono tane in profondità nel terreno, utili per nascondersi e proteggersi dai predatori. Sono animali notturni, la cui attività inizia al crepuscolo e termina alle prime luci del mattino; in cattività, però, è frequente trovarli svegli durante la giornata. Ricordate comunque di rispettare i loro tempi: non vanno svegliati quando riposano, si stresserebbero e potrebbero anche mordere. I duprasi, a differenza dei comuni gerbilli, sono animali solitari che non apprezzano la compagnia di altri individui della loro specie.  Maschi e femmine si incontrano solo per riprodursi, mentre i cuccioli rimangono con la madre fino a che non sono abbastanza grandi da allontanarsi e vivere da soli. Due adulti che si ritrovano a vivere a stretto contatto possono arrivare ad aggredirsi e ferirsi anche gravemente. La loro alimentazione è costituita da insetti e altri piccoli artropodi, a cui integrano i pochi alimenti vegetali presenti in queste zone aride. L’aspettativa media di vita è di 2-4 anni.

Aspetto fisico

Il duprasi ha un corpo tozzo e un musetto appuntito, con lunghi baffi, grandi occhi e orecchie tonde. Possiede una pelliccia molto folta e soffice, color sabbia sul dorso e bianca sulla pancia. La sua coda è ricoperta solo da una sottile peluria e si presenta rosa e ben arrotondata quando l’animale è in salute. Proprio la coda ha un’importante funzione di riserva: qui viene immagazzinato il grasso, che verrà poi utilizzato dall’animale come fonte di acqua ed energia in caso di necessità. Se è troppo sottile, può indicare che l’animale non mangia abbastanza o che non sta molto bene. La lunghezza del suo corpo, coda inclusa, raggiunge i 15 cm e il peso oscilla tra i 50 e i 70 grammi.

Carattere

Sebbene la loro domesticazione sia piuttosto recente, i duprasi sono tra i roditori più miti, pacifici e dolci. Se abituati al contatto con l’essere umano e ben gestiti, sono docili e socievoli. Ricordiamo che questi animali nascono come prede e temono movimenti rapidi e bruschi, per cui non bisogna mai cercare di catturarli in questo modo. Si deve guadagnare la loro fiducia avvicinando lentamente le mani, meglio se con qualcosa da mangiare, aspettando che siano loro ad avvicinarsi e senza forzarli. Con il tempo saranno loro stessi a correre verso di voi, vedendovi. Gli esemplari più socievoli potranno anche stare in braccio a farsi coccolare o a dormire. E’ possibile sollevarli circondandoli delicatamente con entrambe le mani, dal basso verso l’alto. Anche se difficilmente mordono, il loro morso può essere doloroso, soprattutto per i bambini, e per questo vanno maneggiati con cautela e delicatezza, cercando di non spaventarli o costringerli. I maschi sono di solito più mansueti delle femmine, ma il carattere varia da individuo a individuo. Con altri membri della propria specie possono essere, invece, molto aggressivi ed è sconsigliato tenere questi animali in coppie o gruppi, perché possono ferirsi gravemente.

Riproduzione

La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 2-3 mesi. Riprodurre i duprasi non è semplice. Il maschio e la femmina devono essere inseriti gradualmente, facendoli incontrare in un ambiente sconosciuto ad entrambi; se si accettano, devono essere lasciati insieme alcuni giorni sotto stretto controllo. Dopo l’accoppiamento devono essere nuovamente separati, poiché la femmina spesso aggredisce il maschio. Possono riprodursi tutto l’anno e la gestazione dura 19-22 giorni. Durante la gestazione e l’allattamento, la femmina deve essere lasciata sola in un ambiente tranquillo. Le nidiate sono formate da 2-6 individui, che nascono rosa, senza pelo, ciechi e sordi; la loro crescita e però rapida: a un mese sono già svezzati e possono essere separati dalla madre. Fino a che sono presenti i cuccioli non si deve effettuare la pulizia del terrario per non stressare la femmina ed evitare che abbandoni i figli. Prima di tentare un nuovo accoppiamento, si deve lasciar riposare la madre almeno un mese dopo lo svezzamento. La riproduzione di questi animali dovrebbe comunque essere riservata agli esperti della specie, ed è bene evitare l’accoppiamento tra soggetti consanguinei.

Come alloggiare un duprasi in casa?

Essendo animali scavatori, le gabbie a sbarre non sono l’ideale per tenere questi piccoli amici. Per poter seguire il loro istinto, hanno bisogno di un terrario e di uno strato di lettiera alto almeno 10- 15 cm. Oltre ai pratici terrari per roditori in vendita nei negozi di animali, possono essere utilizzati anche vecchi acquari o scatole di plastica robusta come quelle che si utilizzano per riporre i vestiti, purché il coperchio sia sostituito da una rete metallica che ne impedisca la fuga e permetta una corretta areazione. Le dimensioni minime che dovrebbe avere il terrario per garantire il benessere di questi animali è 75x40cm: al suo interno il duprasi passerà la sua intera vita, ed è importante che possa sfogare le sue necessità e sentirsi a suo agio. Nell’alloggio scelto si deve mettere una quantità abbondante di lettiera: la migliore è rappresentata da truciolo non profumato, mischiato a fieno. E’ bene fornire anche striscioline di carta da cucina o tovaglioli, che verranno utilizzate come giaciglio per il nido. Altri acquisti indispensabili sono una ruota, una casetta, il beverino, un ripiano su cui poter mettere la ciotolina per il cibo e una vaschetta con la sabbia per cincillà: quest’ultima serve ai duprasi per pulirsi il pelo che, altrimenti, tende a diventare unto e arruffato. Sono molto apprezzati anche oggetti in legno come ponti, scalette, ripiani e tubi.

 

Cosa mangia un duprasi?

La dieta del duprasi è composta da mix di semi per roditori (di buona qualità, senza coloranti e sottoprodotti), a cui devono essere aggiunte proteine di origine animale. Tra queste possiamo fornire insetti (ad esempio tarme della farina, camole, caimani e grilli), pezzetti di uova sode, piccole quantità di carne di pollo cotta senza sale e crocchette per gatti grain-free di altà qualità. Per un corretto apporto di minerali e vitamine si possono aggiungere anche piccole porzioni di verdure da dare crude: insalata, zucchine, carote, cetrioli, radicchio, peperoni, sedano, ecc. Saltuariamente possiamo aggiungere alla dieta del duprasi dei pezzetti di frutta e frutta secca, senza eccedere. Alimenti da non dare mai sono melanzane, patate, pane, dolci e prodotti da forno.

Gestione

I duprasi sono animali relativamente facili da gestire. Essendo animali del deserto, non producono grandi quantità di urina e la loro lettiera può essere cambiata anche una volta al mese. Passano molto tempo a pulirsi; difficilmente emanano cattivo odore e, se hanno la sabbia per cincillà a disposizione, il loro pelo sarà sempre soffice e lucido. L’acqua nel beverino va cambiata frequentemente e ogni giorno si deve controllare che sia presente una quantità adeguata di cibo. E’ importante ricordare, infine, che il duprasi, come ogni altro animale, può aver bisogno di cure veterinarie: è necessario però accertarsi che il veterinario sia esperto in animali non convenzionali e piccoli mammiferi, perché non tutti i professionisti hanno familiarità con questa specie.